Progetto per la realizzazione di una installazione-percorso artistico legato alla ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, da cui si evince il rapporto tra simbologia dell’inferno, del purgatorio e del paradiso e il momento storico che stiamo vivendo ovvero il Plasticocene

Cos’e’ Plasticocene?

Plasticocene è un termine che si riferisce all’epoca storica che stiamo vivendo in cui la plastica, non più solo l’attività umana, sta trasformando l’ambiente, sopratutto quello marino.

Questo termine si collega anche al progetto che ideato dall’artista Elisabetta Milan, che collega l’arte, la scienza e la sensibilizzazione al rispetto ambientale attraverso esposizioni e percorsi artistici in cui le installazioni hanno un ruolo predominante come medium.

L’artista ritiene che questo approccio abbia potenzialmente un forte impatto sulla coscienza di ognuno di noi allo scopo di creare una doverosa consapevolezza e una visione ecosostenibile della vita.

Specie aliena

Nell’era di Plasticocene, la plastica, che ormai pervade tutti gli ambienti del nostro pianeta,  rappresenta un materiale praticamente indistruttibile, infatti è stata ideata proprio per questo scopo dal suo stesso creatore:  l’uomo, che oggi purtroppo ha perso il controllo del suo corretto utilizzo e riuso.

Infatti, la plastica si frammenta in parti sempre più piccole fino a diventare invisibile ad occhio nudo ed onnipresente.

Tale materiale è ormai fondamentale e di vitale importanza per gran parte delle attività umane, ma non avendo una modalità di corretto riutilizzo, sta portando gravi conseguenze. Tutta la plastica che l’uomo riversa nell’ambiente marino, e non solo, torna indietro entrando persino nella catena alimentare.

Il problema relativo all’inquinamento da plastica nel mare sta diventando sempre più invasivo e preoccupante.

La rielaborazione artistica di Elisabetta Milan, rafforza il concetto che la plastica è la vera “specie” aliena presente nel mare (colonizzata e ingerita involontariamente dagli organismi marini).

Scenari futuri

Alla luce di questa premessa emerge che stiamo vivendo in una situazione simile al “Purgatorio dantesco”, in cui lo scenario di Plasticocene sta diventando evidente sempre a più persone. Questa condizione potrebbe migliorare verso un futuro “Paradiso” se l’uomo mettesse in atto strategie per la riduzione, il riciclo ed il riutilizzo (3 magiche R), in vista di un’ economia circolare sempre più attuale e di un consapevole rispetto ambientale.

Lo scenario, senza nessuna azione di miglioramento, invece potrebbe evolvere in un Plasticocene “Infernale” in cui entro il 2050 ci potrebbero essere più plastiche che pesci nel mare ed il 99% delle specie marine potrebbero aver ingerito plastica con gravi rischi per l’ecosistema.

Il progetto, dedicato all’associazione Marevivo, prevede attraverso la realizzazione di installazioni artistiche, un percorso immersivo e catartico che ci pone davanti alla scelta di decadere senza un futuro sostenibile o elevarci attraverso una consapevolezza che va oltre l’individualismo ed il proprio interesse personale, ricordandoci che singolarmente siamo solo tante piccole gocce d’acqua, mentre tutti assieme possiamo formare un’oceano.

La mostra è stata inaugurata ad ottobre 2021 presso il Magazzino 26 di Porto Vecchio ed è poi divenuta itinerante: è stata ospitata presso la Fiera Sealogy di Ferrara, a Venezia, a Padova.

Un ringraziamento particolare alla Regione FVG e alla Fondazione CR Trieste per il supporto finanziario.